Il ritiro sociale è un fenomeno che sta interessando un numero sempre più crescente di ragazzi, che sono accomunati da tre caratteristiche principali:
- la comparsa di una fobia scolare che impedisce loro di entrare a scuola
- il ritiro in casa, che esclude lentamente tutte le occasioni di incontro
- la connessione per ore al computer, durante la quale vengono vissute “battaglie virtuali”
La fobia scolare risulta assolutamente slegata dai risultati scolastici ed è piuttosto da ricondurre ad una profonda angoscia sociale: affrontare il gruppo dei pari, rappresentato dalla classe, è molto difficile per questi ragazzi.
Questa fobia, inoltre, si manifesta attraverso una serie di espressioni somatiche significative (mal di testa, mal di stomaco, ecc.) che spesso si presentano prepotentemente poco prima di dover entrare a scuola e impediscono quindi la frequenza scolastica.
Un’altra faccia fondamentale del ritiro sociale è senza dubbio l’utilizzo smodato del virtuale e l’adesione totale al mondo immaginario (web, videogame, manga, ecc.), che per questi ragazzi rappresenta un’ottima alternativa ad una realtà angosciante, offrendo uno sbocco non doloroso ai problemi, e procurando, anzi, un certo sollievo.
All’interno di questa dimensione immaginaria, questi ragazzi possono permettersi di fare tutto, senza doversi mai confrontare con il mondo dei pari e rinunciando all’uso concreto del corpo, vissuto come goffo e riluttante.
La rete internet permette infatti di evitare il contatto con il mondo reale. Rappresenta un rifugio sicuro (dopo che è stata sperimentata l’impossibilità di affrontare il mondo reale) che permette, tuttavia, una costante attività relazionale, sia con altri soggetti sia con il proprio mondo interno; permette di vivere anche esperienze ricche e coinvolgenti, permette di maturare emozioni e sviluppare vissuti e affetti profondi e impedisce che il blocco esistenziale possa diventare una patologia psichica più grave.