Il sogno: bussola e termometro dell’inconscio

Sognare è un’attività che ci riguarda tutti quanti, infatti durante la notte sogniamo in continuazione anche in quei giorni in cui ci alziamo non ricordandoci nemmeno un sogno, un’immagine, un incubo.

Sogniamo anche durante la veglia. Pensate ai famosi sogni ad occhi aperti in cui ci immaginiamo un futuro sfavillante oppure ci facciamo un lungo film su come dovrebbe andare quel determinato evento o situazione.

Alcuni intendo il sogno come un premonitore di eventi futuri, come una profezia di come andrà il mondo o la nostra vita, come una sorta di avvertimento per permetterci di cambiare alcune cose ed evitare che anche la realtà si trasformi in quell’incubo che abbiamo fatto quella notte.

Ci sono molti modi per intendere e concepire la nostra attività onirica, ma molto spesso le persone credono o pretendono di avere una spiegazione esaustiva ed incisiva del proprio sogno rivolgendosi al primo amico Psicologo che hanno sotto tiro.

Vorrei sfatare questo mito, infatti non è possibile restituire il significato di un sogno così su due piedi, altrimenti si rischierebbe di fare una interpretazione selvaggia, molto probabilmente errata, e per giunta fuori dal suo contesto naturale, ovvero il setting psicoterapeutico.

Non è possibile interpretare un sogno in modo completamente slegato dal contesto e dalla situazione che riguarda la persona che l’ha sognato. Certamente esistono delle simbologie più comuni di altre, ma è molto pericoloso generalizzare poiché si rischia di prendere dei clamorosi abbagli.

Il sogno va compreso, dotato di significato e interpretato all’interno di un percorso psicologico, all’interno del setting psicoterapeutico, in cui lo Psicoterapeuta conosce a fondo la storia e la situazione che sta vivendo il suo paziente, e per questo riesce a dare un significato appropriato al mondo onirico raccontato.

Il sogno certamente è un elemento molto importante all’interno di un percorso psicoterapeutico perché rappresenta l’emersione dell’inconscio fino al mondo della veglia, ci mostra che cosa davvero nel profondo il paziente sta vivendo a seguito degli eventi o della situazione attuale, e anche a seguito dell’intervento psicoterapeutico.

Proprio così, a seguito dell’intervento psicoterapeutico. Forse vi sembrerà strano, ma la psicoterapia intrisa delle interpretazioni dello psicoterapeuta può fare produrre al mondo onirico del paziente nuovi sogni o nuovi incubi, proprio perché gli interventi del terapeuta vanno a smuovere inevitabilmente l’inconscio, il quale attraverso i sogni può dare voce o immagine al cambiamento, alla trasformazione, al turbamento provocati.

Il sogno può davvero fungere da bussola o da termometro del momento che si sta attraversando in psicoterapia o che si sta vivendo nella realtà, che poi spesso non sono poi così distanti.

Bussola perché il sogno orienta l’intervento terapeutico mostrando l’aspetto della psiche più pregnante in quel determinato momento o i desideri/bisogni inconsci del paziente. Termometro perché il sogno indica la temperatura del malessere del paziente, oppure indica se quel determinato intervento del terapeuta è risultato adeguato o ha toccato troppo precocemente o bruscamente alcuni tasti dolorosi.

Il sogno può essere utilizzato in svariati modi, non esiste una regola fissa:

  • può fungere da metafora della situazione che sta attraversando la persona, descrivendo la realtà psichica del paziente in modo acuto e incisivo
  • può permettere di fare emergere dal mondo inconscio un’emozione, una sensazione, un pensiero prima taciuti o sconosciuti
  • può permettere di vedere sotto un’altra ottica un problema che si sta affrontando da mesi
  • può sollevare i veli che coprivano o annebbiavano la vista verso il passato
  • può rappresentare quella immagine che in un attimo dà significato ad una matassa di pensieri ed emozioni

In qualsiasi modo si utilizzi il sogno, rappresenta in ogni caso un patrimonio condiviso tra psicoterapeuta e paziente, uno stesso linguaggio che solo i due naviganti della stanza d’analisi conoscono e comprendono. Quel determinato sogno ha significato solo all’interno della coppia analitica, non è possibile estrapolarlo dal suo contesto di nascita, altrimenti smarrirebbe il suo senso ed il suo potenziale.

Il sogno è come se fosse il prodotto di quella determinata coppia terapeuta-paziente, infatti probabilmente qualsiasi altra coppia avrebbe procreato altri sogni, fantasie, pensieri. Nasce nello spazio analitico, lo significa e lo nutre per farlo approdare a dei pensieri mai pensati.

Esiste inoltre una branca del pensiero psicoanalitico, una branca autorevole e riconosciuta che personalmente ammiro, apprezzo e utilizzo a piene mani, che immagina tutto il racconto concreto del paziente come se fosse un sogno ad occhi aperti e lo interpreta come se fosse materiale onirico.

Non mi dilungherò nell’illustrazione di questa teoria e tecnica perché è qualcosa che interessa maggiormente gli addetti ai lavori, ma mi sembrava doveroso citarla perché ha nascita italiana e viene accolta e rispettata a livello internazionale, fino ad essere menzionata persino dal famoso psicoanalista americano Otto Kernberg, decano della Psicoanalisi.

Ora che mi sono dilungato, e spero di non avervi annoiato, con gli aspetti tecnico-teorici, mi piacerebbe passare e concludere con una parte più pratica, più clinica, che poi alla fine è quella parte che permette non solo di curare le persone ma anche di formare le teorie.

Vorrei raccontarvi un mio sogno fatto ripetutamente in età infantile, promettendovi che il racconto sarà veritiero e non preso a prestito da qualche paziente, di cui non posso divulgare nulla visto il segreto professionale che non me lo consente in alcun modo.

“Ho sognato che mi intrufolavo dentro ad una specie di grotta ricoperta di vegetazione, che poi al suo interno si è rivelata la cantina di casa mia. Avevo piuttosto paura e angoscia di rimanere in cantina di notte nel buio da solo. Scoprivo una sorta di passaggio segreto molto viscido, fino al disgusto come se fosse stato ricoperto di insetti di ogni genere, dentro al quale mi infilavo con fatica ritrovandomi all’interno di una specie di Piramide dove riposavano le mummie. Toccavo o rubavo qualcosa che non avrei dovuto, e le mummie in massa e all’improvviso si svegliavano dal loro sonno eterno iniziando a rincorrermi. L’angoscia, salita a livelli eccessivi, mi portava a risvegliarmi bruscamente dal sogno”

Spero non mi prenderete per un pazzo furibondo, ma ci tenevo a raccontarvi questo mio sogno per mostrarvi nella pratica ciò che ho provato ad illustrare nella teoria. Il significato del mio sogno è nato dal lavoro svolto in terapia con il mio psicoterapeuta (credo sia giusto, etico e tutelante il fatto che anche noi terapeuti lavoriamo su noi stessi per rendere il nostro strumento, la mente, maggiormente lucido e di conseguenza più efficace).

Questo sogno evidenzia come rovistando nella cantina buia e sconosciuta, nel mio inconscio, si possano trovare delle emozioni-mummie imbalsamate e tenute a bada, le quali se vengono toccate, disturbate o smosse possono risultare assai pericolose e angoscianti.

Questa è solo una delle possibili interpretazioni che la coppia analitica può trovare, ma comunque credo che sia piuttosto calzante per mostrare come il mio mondo inconscio di allora fosse turbolento, pericoloso e spaventoso.

2019-09-13T09:24:21+00:00